I link della settimana (#54)
(i) thefacebook and mental health trends: Harvard and Suffolk County Community College (Dean Eckles, Statistical Modeling, Causal Inference, and Social Science, 22 Agosto 2023). Avevo parlato, anche qui, di un articolo che sembrerebbe mostrare un legame causale tra l’utilizzo di social media e il peggioramento della salute mentale. La ricerca usa il fatto che Facebook, all’inizio, era stato reso accessibile in tempi diversi in differenti università statunitensi. In questo modo, se ci sono, in tempi diversi, peggioramenti della salute mentale, è possibile dire che a causarli sia stata in effetti l’introduzione di Facebook. Avevo detto che l’articolo era interessante e che rappresentava uno dei (pochi) risultati a favore dell’esistenza di questo legame causale (sapete come la penso…). Ora ho trovato una critica abbastanza convincente di questo risultato: l’idea di base è che Facebook è stato introdotto prima nelle università più grandi e prestigiose e poi in quelle locali e meno importanti e che le differenze nell’evoluzione della salute mentale siano plausibilmente dovute a questo, più che all’introduzione di Facebook. Il post è un po’ tecnico, ma se siete interessati, leggetelo!
(ii) AInfiniteTV. 24 ore per 7 giorni alla settimana di video generati dall’intelligenza artificiale. Un assaggio del futuro dell’intrattenimento come recita il sito? (In realtà sono più gradassi e dicono “benvenuti nel futuro dell’intrattenimento”.)Credo ci sia ancora da lavorare.
(iii) Is there a Flynn effect for attention? Cross-temporal meta-analytical evidence for better test performance (1990–2021) (Denise Andrzejewski et al, Personality and Individual Differences, Gennaio 2024). Ci sentiamo ripetere continuamente che la nostra attenzione ci è stata rubata, che i social media hanno distrutto la nostra capacità di concentrarci. Questa ricerca - una review di 287 studi negli ultimi 30 anni - mostra che le cose sono più complicate, anzi che non pare proprio sia il caso.
(iv) Più che regolamentare le tecnologie, dovremmo concentrarci sulle sfide che i giovani devono affrontare. Mancano reti di sicurezza sociale (Tiziana Metitieri, Valigia Blu, 14 Febbraio 2024). Ottimo articolo, in italiano, che riflette a partire dalla recente udienza del senato americano sui “pericoli” dei social media (ne avevamo parlato l’ultima volta). Il titolo riassume bene il contenuto.
(v) Global differences in experiences of hostility on social media reflect political and economic inequalities (Alexander Bor et al., PsyArXiv Preprints, 7 Febbraio 2024). Una ricerca che mostra come l’ostilità online sia, in diverse nazioni, correlata negativamente con la presenza di democrazia e positivamente con l’ineguaglianza economica. Insomma, l’ostilità online riflette condizioni economiche e sociali nella vita offline. Per riassumere con le parole di Michael Bang Petersen, uno degli autori: