I link della settimana (#20)
(i) Social Media and Mental Health (Luca Braghieri et al, SSRN preprint, Luglio 2022). Come abbiamo già discusso, l’idea che l’utilizzo dei social media abbia un effetto causale negativo sulla salute mentale, benché molto diffusa e intuitiva, non sembra supportata dalla ricerca. In un pre-print dell’anno scorso, ricircolato in questi giorni perché in pubblicazione nell’American Economic Review, si sostiene invece di avere una prova dell’effetto causale. La ricerca usa il fatto che, nel primo decennio del 2000, l’accesso a Facebook sia stato scaglionato nelle università americane, evitando in questo modo il problema correlazione/causalità (vedi anche il link successivo…), e dimostrerebbe un peggioramento della salute mentale degli studenti coincidente con l’introduzione di Facebook. Vista la quantità (e la qualità) della ricerca che mostra che i legami tra uso dei social media e salute mentale sono deboli o inesistenti, io per ora non cambio parere, ma vi rimando all’articolo - così che non si dica che “Cinque link a settimana” crea echo chambers…
(ii) Social media use and poor wellbeing feed into each other in a vicious cycle. Here are 3 ways to avoid getting stuck (Hannah Jarman, The Conversation, 13 Ottobre 2022). Qui invece un articolo che propone l’idea, più ragionevole secondo me, che se c’è un legame tra utilizzo dei social media e salute mentale questo sia bidirezionale (il “vicious cycle” del titolo), ossia bisogna tenere conto del fatto che individui che, per esempio, sono più insoddisfatti delle proprie condizioni o più depressi, usino di più i social media (quindi è la salute mentale che influenza l’uso dei social media e non viceversa). Un altro punto importante è che la variabile decisiva non sembra essere tanto il tempo di utilizzo, ma come utilizziamo i social media. Un utilizzo attivo è meglio di uno passivo (non solo guardare post di altri), curare quello che si segue è fondamentale (ed eliminare quello con cui non si vuole interagire) e, non sorprendentemente, fare anche altro…
(iii) Covid Global Misinformation Dashboard. Cambiando tema, qui potete trovare informazioni aggiornate sulla disinformazione legata al coronavirus nei social media. Parte di un progetto più ampio, questa dashboard è interessante se, come me, siete incuriositi dai bizzarri contenuti che possono apparire online. Oggi (21 Ottobre), per esempio, si fa riferimento ad un post Facebook in italiano, secondo cui La Nasa avrebbe classificato i vaccinati come «Homo borg genesis» invece di homo sapiens.
(iv) Lex. Questa settimana ho provato ad utilizzare Lex, un word processor online (come google docs), con una particolare funzione: e’ integrato con GPT-3, insomma voi scrivete qualcosa, poi scrivete “+++” e il documento prosegue per voi. I risultati sono interessanti. Ovviamente non e’ che l’algoritmo sostituisca il lavoro di scrittura, ma la mia impressione è che, per certi testi, possa rappresentare un ottimo suggeritore/collaboratore. Quello che diventa importante è imparare che tipo di testi inserire per avere il risultato desiderato, come scegliere tra le proposte dell’algoritmo, e via dicendo. Come essere bravi a cercare informazioni via Google è diventata un’abilità fondamentale, questo potrebbe essere il prossimo step? Nota: per accedere a Lex c’e’ una (breve) waiting list, oppure ho qualche invito, fatemi sapere :)
(v) Does the mere presence of a smartphone impact cognitive performance? A meta-analysis of the “brain drain effect” (Douglas A. Parry, PsyArXiv preprints, 18 Ottobre 2022). Studi, ovviamente molto pubblicizzati, avevano sostenuto che semplicemente avere uno smartphone a portata di mano - senza interagirci - avesse un effetto negativo sulle nostre capacità cognitive. Pare che non sia il caso.