Social media e salute mentale

“I giovani di oggi sono depressi! La colpa è dei social media!“ L’idea che le nuove tecnologie - tutte le novità a dire il vero - possano avere un effetto negativo, specialmente per le nuove generazioni, è probabilmente vecchia quanto le innovazioni stesse. L’impatto della diffusione dei social media sulla società è senza dubbio enorme, ma siamo davvero sicuri che i social media abbiano un effetto negativo sulla salute mentale, come spesso riportato dalla stampa? (Suggerimento: no.)
(i) It’s Easy to Blame Mental Health Issues on Tech. But Is It Fair? (Manvir Singh in Wired, 30 Marzo 2022). Chi l’avrebbe detto, anche gli Tsimane soffrono di depressione! Il buon selvaggio rousseauiano è ancora tra noi, specialmente se ci permette di accusare le tecnologie moderne, ma come dovremmo sapere, non è mai esistito.
(ii) Is Instagram really bad for teenagers? (Stuart Ritchie in UnHerd, 22 Settembre 2021). Nel settembre del 2021, Il Walls Street Journal ha riportato, non sorprendentemente con toni allarmistici, il leak di un documento interno a Facebook, secondo cui la compagnia è consapevole del fatto che Instagram è “tossico”, specialmente per le ragazze. Ma è proprio vero?
(iii) Have smartphones really destroyed a generation? We don’t know (Brian Resnick in Vox, 16 Maggio 2019). Uno degli articoli che ha più influenzato il dibattito sull’impatto delle tecnologie digitali sulla salute mentale, apparso nel 2017 in The Atlantic, si intitolava Have smartphones destroyed a generation? Fortunatamente, le scommesse sono ancora aperte.
(iv) Screen time: how much is too much? (editoriale in Nature, 14 Gennaio 2021). Un breve articolo che presenta una recente rigorosa ricerca sull’associazione tra salute mentale e uso delle tecnologie digitali. Lo studio ha evidenziato l’esistenza di un legame negativo tra i due (Ah!), ma la stima è che l’uso delle tecnologie digitali possa rendere conto dello 0,4% della variazione in salute mentale. Gli autori hanno considerato altre variabili e mostrano come comportamenti che sono chiaramente meno stigmatizzati (come per esempio andare o no in bicicletta, portare o no gli occhiali) abbiano un effetto simile, o addirittura maggiore. Insomma, forse stiamo cercando il colpevole sbagliato.
(v) The Sisyphean Cycle of Technology Panics (Amy Orben in Perspectives on Psychological Science, 30 Giugno 2020). Il titolo si spiega da sé. L’articolo è interessante perché discute come gli approcci che tendono ad enfatizzare i pericoli delle nuove tecnologie rischiano di rallentare la ricerca stessa sulle tecnologie, e a non considerare i veri pericoli (spesso meno seducenti per il pubblico). Insomma, dire che i social media sono la causa del peggioramento della salute mentale delle nuove generazioni è una buona scusa per rimuovere il problema (se esiste) senza davvero occuparsi delle motivazioni socio-culturali più profonde. Ci sono certamente molte cose da fare che potrebbero migliorare aspetti dei social media legati alla salute mentale degli utenti, ma gli atteggiamenti allarmistici potrebbero non essere la strategia migliore.
Come vedete sono chiaramente di parte.