I link della settimana (#69)
(i) Le ricerche continuano a dirci che AI e deepfakes non hanno particolare impatto sulle elezioni.
(ii) Secondo questo articolo (qui in versione gratuita archiviata), spostandosi da X a Bluesky, molti utenti si sono volontariamente ricreati un ambiente in cui tutti (più o meno) condividono le stesse opinioni politiche, la famosa “bolla” o “echo chamber” se volete. Insomma, come ripetuto più volte, non sono gli algoritmi, ma siamo noi. Come lo hanno preso a Bluesky? Non bene.
(iii) Cosa succede correggendo la disinformazione pro-Cremlino nella guerra tra Ucraina e Russia? Il fact-checking funziona, nel senso che aumenta l’accuratezza delle credenze, ma gli individui non cambiano la loro opinione sulla guerra. Come abbiamo già detto: la disinformazione è un sintomo, non una causa.
(iv) La scienza (come è normale che sia) è un casino. Solo questa settimana: 132 (!) articoli di uno dei più noti scienziati attivi nella ricerca sull’Alzheimer sono stati messi sotto indagine per possible frode; pare che Meta, mentre collaborava con vari ricercatori per capire l’effetto dei suoi algoritmi sulla polarizzazione, abbia implementato 63 “misure d’emergenza” che hanno probabilmente avuto effetto su quegli studi; una ricerca, che mostrava che gli studi pre-registrati hanno più probabilità di essere replicati, è stata ritrattata, tra le altre cose perché non era stata pre-registrata correttamente.
(v) Avete presente il sirtaki, il ballo tradizionale greco? È stato inventato nel 1964, proprio per il film Zorba il Greco che lo ha reso famoso. E non parliamo dei pomodori di Pachino.