I link della settimana (#40)
(i) What Goes Down Must Come Up? Pandemic- Related Misinformation Search Behavior During an Unplanned Facebook Outage (Mark Motta et al., Health Communication, 5 Settembre 2023). L’idea che gli algoritmi dei social media ci spingano a consumare disinformazione online fa ormai parte del senso comune. Questo articolo sfrutta un’interruzione nel servizio di Facebook come “esperimento naturale”. I risultati non sono molto incoraggianti per l’idea di senso comune. Durante l’interruzione è possibile vedere un aumento delle ricerche su google riguardanti disinformazione sul COVID (quali teorie del complotto sui vaccini, rimedi non provati, ecc.). Insomma, sono gli utenti che le vanno a cercare se il social media non gliela offre.
(ii) Why Is Music Getting Sadder? (Ted Gioia, The Honest Broker, 10 Settembre 2023). “Sad” è la parola più cercata su Spotify, il 50% delle canzoni nella Billboard top-100 è in tono minore (negli anni 60 del secolo scorso erano il 10%) e i testi sono sempre più negativi (avevo scritto anche un articolo su questo). Cosa vuole dire tutto questo? È facile dare la colpa ai “giovani di oggi” (e, certo, alle tecnologie), ma sembra che il trend sia decennale, se non addirittura più lungo!
(iii) Viste il recente ritorno di interesse sugli alieni (sotto uno screenshot da Google Trends), ecco una mappa degli avvistamenti. Forse parlano inglese.
(iv) Possible misconduct found in papers from Italian minister of health (Michele Catanzaro, Science, 14 Settembre 2023). Anche Science commenta sul possibile caso di frode scientifica per il ministro italiano della salute. Un aspetto più generale: nella ricerca medica e biologica ci sono davvero tantissimi casi di frode che vengono scoperti - come in questo caso - perché le immagini sono duplicate con didascalie differenti (spesso cambiando il colore, o la risoluzione). Uno penserebbe che ci si metta un po’ d’impegno per raggirare, e invece neanche quello.
(v) Negativity bias in the spread of voter fraud conspiracy theory tweets during the 2020 US election (Mason Youngblood et al, Humanities and Social Sciences Communications, 14 Settembre 2023). Eh si…l’autopromozione arriva. Abbiamo preso circa 4 milioni di tweets dal VoterFraud2020 dataset - tweets dei proponenti (pro-Trump) dell’idea che le elezioni statunitensi del 2020 fossero state truccate - e abbiamo cercato di capire quali fattori ne rendessero alcuni più virali. La nuova idea del lavoro è che, mentre le altre ricerche assumono in genere che alcune caratteristiche del contenuto dei tweet siano importanti, e cercano di capire quali, noi abbiamo usato un modello agnostico a questo proposito, che considerava anche altri fattori, come la popolarità degli utenti e il conformismo. Ma i nostri risultati hanno confermato che è il contenuto ad essere più importante (questo non è scontato, data l’idea che gli influencer vengano seguiti a prescindere): in particolare, forse non sorprendentemente, la negatività dei tweet ne influenza (positivamente) il successo.