I link della settimana (#30)
(i)Twitter's Recommendation Algorithm (Twitter Engineering Blog, 31 Marzo 2023). Come promesso, Twitter ha reso pubblico l’algoritmo utilizzato per costruire il feed, in un repository di Github. Come avevo discusso, qui e altrove, mentre alcuni social media sono (o erano) relativamente aperti nel condividere i dati sull’attività degli utenti, praticamente nessuno condivideva gli algoritmi utilizzati per selezionare le informazioni da presentare. Quindi, anche se sono stati avanzati alcuni dubbi sul fatto che sia possibile capire davvero cosa faccia l’algoritmo senza il gigantesco numero di tweet che processa (vedi il link seguente), mi pare comunque un’ottima opportunità. Vedremo! Per ora, sono state scoperte alcune, diciamo, peculiarità, come il fatto che l’algoritmo tracciasse esplicitamente le metriche dei tweet di Elon Musk o che menzionare l’Ucraina in un tweet ne diminuisse la probabilità di apparire nel feed.
(ii) What can we learn from `The Algorithm,' Twitter's partial open-sourcing of it's feed-ranking recommendation system? (Sol Messing, blog post, 3 Aprile 2023). E se siete interessati, questo blog post approfondisce l’argomento, con una ragionevole cautela su cosa siamo in grado di ricavare dalle informazioni che abbiamo.
(iii) Why are Americans dying so young? (John Burn-Murdoch, Financial Times, 31 Marzo 2023). Nelle ultime settimane, ho linkato varie risorse (critiche) sul legame tra social media e salute mentale. Tra gli altri problemi, uno che mi ha spesso colpito è che i dati sul peggioramento della salute mentale riguardano spesso solo gli Stati Uniti. Ma la situazione degli Stati Uniti potrebbe essere differente da altre nazioni, anche occidentali, dove comunque i social media sono presenti e utilizzati. Questo articolo mostra che, anche comparandoli con l’Inghilterra (dove, sotto questo aspetto, non è che le cose vadano benissimo), gli Stati Uniti sembrano avere problemi ben più preoccupanti. Per esempio: “One in 25 American five-year-olds today will not make it to their 40th birthday.” Insomma non mi pare che ci sia da scomodare i social media per spiegare il possibile deterioramento della salute mentale tra i giovani laggiù. Se non riuscite ad accedere all’articolo del Financial Times, questo thread ha tutte le informazioni (e i grafici) rilevanti.
(iv) Italy has banned ChatGPT, but will its clampdown work? (Michelle Cheng, QZ, 3 Aprile 2023). La notizia della settimana, per ChatGPT, riguarda proprio l’Italia. Come ormai saprete, il Garante ha disposto un blocco temporaneo per chatGPT, a cui OpenAI ha risposto disabilitando l’accesso in Italia. Le motivazioni utilizzate sono a mio avviso dubbie (chatGPT usa informazioni come tutti i motori di ricerca e molti dei social media, quindi non è chiaro quale sia la differenza - chi avrebbe mai detto che un giorno mi sarei trovato d’accordo con Salvini?!?!) ma, d'altra parte, l’idea di rallentare la diffusione di questi strumenti sembra nell’aria e altre nazioni potrebbero considerare una strategia simile a quella Italiana. Il problema è che se l’Italia dovesse rimanere isolata in questa decisione saremmo sostanzialmente al di fuori dalle possibilità di sfruttare commercialmente, ma anche per motivi di ricerca, questo sviluppo tecnologico, che, Italia o no, continuerà per la sua strada. Per utenti semplici come noi, usate un VPN o un’applicazione che si interfaccia con chatGPT e il gioco è fatto.
(v) How Many New Songs Are Released Each Day? (Ted Gioia, The Honest Broker, 1 Aprile 2023). Nel 2021, Spotify ha dichiarato che 60,000 nuove canzoni venivano aggiunte alla piattaforma ogni giorno. Più recentemente, è stato riportato che le canzoni pubblicate su SoundCloud sono 45 milioni in un anno, ossia circa 123,000 al giorno. I mezzi digitali consentono un enorme incremento della produzione e della circolazione di, beh, quasi tutto quanto. Una conseguenza - di cui abbiamo già discusso, per esempio qui - è che la selezione diventa di primaria importanza (che è anche una delle ragioni per cui ho iniziato “Cinque link a settimana”). Un’altra, discussa tra varie in questo articolo, è che, da questo punto di vista, la possibilità di creare automaticamente canzoni per mezzo dell’intelligenza artificiale non cambi le cose di molto: forse siamo già alla saturazione.